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23/Mar/2023

La vulvodinia è una patologia dolorosa che colpisce l’organo genitale femminile e uno studio del National Institutes of Health (NIH) ha riportato che oggi il 15,7% delle donne ha dolore nell’area genitale.

Le cause sono molteplici e non sempre note. I sintomi sono dolore, fastidio e bruciore ed essendo la diagnosi complicata, molte pazienti dopo peripezie varie e esami obiettivi infruttuosi, vengono prese per malate immaginarie e continuano a vivere il problema per anni e in solitudine. E siccome i rapporti sessuali per queste donne sono dolorosissimi anche la vita di coppia può essere davvero difficile e il tutto ricade sulla salute mentale ed emotiva della donna.

I metodi di trattamento più comuni includono la riabilitazione pelvica, l’elettromiografia superficiale, la somministrazione di farmaci, estrogeni topici, tossina botulinica e interventi chirurgici la maggior parte delle volte basati sulla denervazione della vulva. (Actual Gyn 2019, 11, 18-22).

Anche il dolore miofasciale e l’ipertonicità pelvica possono essere fattori determinanti, come i trigger point miofasciali.

I classici metodi di trattamento in ogni caso sembrano ancora non sufficienti e la ricerca sta vagliando la possibilità di terapie non invasive ed efficaci, come le onde d'urto focali.

La rivista Actual Gynecology and Obstetrics ha pubblicato nel 2019 uno studio dal titolo “Extracorporeal Shock Wave Therapy of Vulvodynia: a feasibility Study”

Le onde d’urto focali Storz appaiono come una delle possibilità terapeutiche più interessanti. Recentemente infatti, oltre che in ortopedia e medicina estetica, sono state validate scientificamente con la pubblicazione di numerosi studi per il trattamento di patologie andrologiche (disfunzioni erettili, induratio penis plastica e prostatiti a batteriche). 

Grazie all’effetto biologico più conosciuto, quello della neoangiogenesi, e grazie all'effetto antalgico che le onde d'urto producono, gli autori hanno deciso di analizzare la possibilità di utilizzo anche nella vulvodiniaLa ricerca in questione era parte di uno studio prospettico controllato condotto tra il 2015 e il 2018. Le pazienti trattate sono state 30, di età compresa tra i 27 e i 52 anni, con vulvodinia diagnosticata negli ultimi tre mesi. Sono state escluse le pazienti con endometriosi correlata e in condizioni oncologiche. Il risultato, misurato con scala VAS e tampone, ha mostrato un miglioramento sorprendente: il 53% in meno del dolore, misurato a 1, 4 e 12 mesi di distanza dall’ultimo trattamento. 

Oltre alla vulvodinia, un'altra patologia femminile molto comune pare trovare un importante giovamento con le onde d’urto focali.

Si tratta dell’INCONTINENZA URINARIA che interessa circa il 50% della popolazione adulta ed è un problema significativo perché impatta notevolmente sulla qualità di vita, riducendo le interazioni sociali, le attività fisiche, la vita sessuale e peggiorando in generale, così come la vulvodinia, la salute mentale ed emozionale delle persone che ne sono affette.

I due meccanismi principali dell’incontinenza urinaria sono l’eccessiva ipermobilità dell’uretra e/o del collo dell’utero derivante dalla disfunzione del pavimento pelvico e dalla inefficienza dello sfintere interno.

 Uno studio multicentrico randomizzato controllato del 2021 pubblicato dal European Journal of Physical and Rehabilitation Medicinecondotto su 60 donne di età compresa tra i 20 e i 75 anni mostra dei risultati sorprendenti che persistono dopo 6 mesi dall’ultimo trattamento. 

Concludendo, le onde d’urto focali Storz Medical non smettono mai di trovare aree di applicazione nuove e nuovi ambiti di intervento.

Dalla loro nascita negli anni 70, in cui venivano utilizzate soprattutto nelle pseudoatrosi e nei ritardi di consolidamento, il loro ambito di applicazione è passato prima alle tendinopatie e poi ai dolori miofasciali. Sono poi uscite dall’ambito ortopedico e hanno trovato applicazione nelle patologie andrologiche (disfunzioni erettili, induratio penis plastica e prostatiti a batteriche), nella medicina estetica e nella cura delle ferite difficili.

Oggi si apre una ulteriore possibilità di applicazione: la vulvodinia e il dolore pelvico femminile.

La terapia ad onde d’urto focali Storz Medical è una terapia efficace, multidisciplinare e supportata da numerosi studi scientifici che offre una ampia gamma di applicazioni in campo ortopedico, andrologico, medicina estetica e cura delle ferite difficili.

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23/Mar/2023

Questo articolo, che anticipa un corso che faremo in presenza per i nostri clienti, nasce dal fatto che molti medici e fisioterapisti ci chiedono sempre più spesso se le onde d'urto (sia radiali che focali) possono essere applicate al campo della medicina estetica e se sì che tipo di risultati si devono attendere. 

Potremmo estendere il discorso a diversi inestetismi trattati comunemente con le onde d'urto, per esempio cicatrici o lassità cutanea, ma vorremo qui concentrarci (e lo faremo anche al corso) sulla Panniculopatia edemato fibro sclerotica (PEFT), che va considerata come una vera e propria patologia che interessa il sistema linfatico e circolatorio.

Grazie agli effetti biologici primari innescati dalle onde d’urto – la neoangiogenesi e l’accelerazione del metabolismo cellulare – le onde d’urto Storz Medical rappresentano un aiuto importante. E -aspetto fondamentale- poggiano su una ampia validazione clinica (Approfondisci qui)

PEPFT è un disturbo che provoca l’aumento di volume delle cellule adipose insieme a ritenzione idrica e stasi di liquido. Esistono vari stadi di evoluzione di una patologia del tessuto connettivo dove si muove l’acqua in eccedenza ed è presente anche il grasso corporeo.

Dal punto di vista medico la Panniculopatia è una malattia che deriva dalla mutazione del derma e dell’ipoderma.




Quando viene a verificarsi un rallentamento della circolazione sanguigna gli adipociti si accumulano fino a comprimere i capillari sanguigni. Il plasma prodotto si infiltra nelle cellule provocando nel tempo una infiammazione dei tessuti adiposi.

In tale condizione i capillari si comprimono e il drenaggio dei liquidi in eccedenza diventa più difficoltoso. Tale meccanismo scatena la Panniculopatia.

Le caratteristiche della Panniculopatia la rendono a tutti gli effetti una patologia piuttosto che un inestetismo e c'è inoltre un aspetto davvero spiacevole per il paziente: il dolore.

In medicina la Panniculopatia viene considerata una malattia multifattoriale e richiede un trattamento a 360 gradi.

Primo stadio

PANNICULOPATIA EDEMATOSA

La panniculopatia edematosa è caratterizzata da edema (gonfiore), che è dovuto al ristagno di liquido nel tessuto sottocutaneo, accumulo di grasso e presenza di acqua nelle cellule.

In questo stadio la cute è ancora tesa ed elastica ma si percepisce un senso di pesantezza agli arti.
Una caratteristica di questa stato è che quando la cute viene compressa non rimangono segni ed è difficile riconoscerla ad occhio nudo.

Secondo stadio

PANNICULOPATIA FIBROSA

La panniculopatia fibrosa è il secondo stadio dove vi è un peggioramento del microcircolo rispetto alla panniculopatia edematosa.

La cute assume un colorito spento, si arrossa se subisce una compressione ed assume l’aspetto “a buccia d’arancia se viene sfregata tra le dita.
In molti casi, sono presenti capillari dilatati e talvolta anche in forma ramificata.

I sintomi sopraelencati sono i segni di una cattiva ossigenazione, fragilità vasale e uno complesso smaltimento dei grassi.

Terzo stadio

PANNICULOPATIA SCLEROTICA

Nella panniculopatia sclerotica, il 3° stadio, vi è un considerevole aumento dei micronoduli.
La fibrosi si è mutata in vera e propria sclerosi del tessuto, che ha ingabbiato grossi accumuli di tessuto duro.

Terapia con onde d'urto balistiche/radiali. La meccanotrasduzione produce effetti chimici e biologici a catena. Vediamo quali sono.

Le onde d'urto radiali (R-SW) stimolano il microcircolo venoso e linfatico.  Favoriscono la produzione di ossido nitrico (NO), responsabile della vasodilatazione, della riduzione dello stress ossidativo e in parte dell'effetto antalgico.

Garantiscono una difesa antiossidativa del tessuto eliminado i ROS (Reactive ossygen  species)

LPO (Perossidazione lipidica)

Stimolano i fattori di crescita

Stimolano la matrice extracellulare (aumento della produzione di collagene ed elastina, allontamento delle scorie)

Aumento del metabolismo lipidico. Inducono una permeabilità temporanea della membrana cellulare con conseguente attivazione della lipasi.
 
Producono una diluzione della sostanza P - neurotrasmettitore peptidico messaggero del dolore

Innescano la proliferazione, differenziazione e migrazione delle cellule staminali per rigenerare o riparare i tessuti da ulcere, piaghe, ferite e fratture ossee.

I fasci fibrosi (fibre reticolari) che avvolgono le cellule adipose appaiono ispessiti e retratti dando alla superficie cutanea un aspetto crateriforme a tronco di cono o vallata, con fondo irregolare. La vascolarizzazione è notevolmente ridotta.

Le onde d'urto, agendo sulla vascolarizzazione, modificano quindi le cellule adipose nella forma e nel volume. 

Il trattamento con le onde d’urto radiali stimola l’irrorazione sanguigna determinando la dilatazione e la ricostruzione dei vasi sanguigni

 Le membrane cellulari diventano temporaneamente permeabili e viene migliorato lo scambio di sostanze tra le cellule e l’ambiente circostante. Le scorie vengono smaltite dal sistema linfatico.

Durante il trattamento con onde d’urto radiali le cellule adipose vengono ridotte e il tessuto connettivo si rilassa.

L’irrorazione sanguina e il drenaggio linfatico dei tessuti migliorano

Dopo trattamento con onde d’urto radiali il tessuto connettivo risulta più tonico, compatto ed elastico.

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23/Mar/2023

Anche nella sanità viene esteso il concetto di transizione tecnologica  4.0 estendendo i benefici della legge sulla transizione 4.0, ad una serie di apparecchiature sanitarie.

Questo significa che i costi affrontati per l’acquisto di tali “macchine” godono dei benefici previsti dalla legge con un recupero con il credito d’imposta del 50% nel 2021 e del 40% nel 2022.  Si tratta di un’opportunità molto interessante per le strutture ospedaliere, ma anche per tutti i centri di cura privati che vogliono innovare le proprie dotazioni.

Per accedere a questo incentivo è necessario che le nuove apparecchiature acquistate soddisfino i seguenti  requisiti obbligatori:

  1. essere controllata da un sistema computerizzato
  2. essere interconnessa ai sistemi informatici, ovvero essere in grado di inviare e ricevere informazioni dal sistema gestionale
  3. avere un’integrazione automatizzata con il sistema logistico, con la rete di fornitura o con altre macchine
  4. disporre di interfacce tra uomo e macchina semplici e intuitive
  5. rispondere ai più recenti parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro

La macchina, inoltre, dovrà soddisfare almeno due dei seguenti requisiti:

  • disporre di sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto
  • disporre di monitoraggio in continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri mediante opportuni set di sensori
  • avere caratteristiche di modellizzazione e/o simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo

 Quali apparecchiature possono essere comprese in questi requisiti?

I beni agevolabili come le grandi apparecchiature sanitarie per la diagnostica per immagini (TAC, RMN, RX), per la medicina nucleare (PET, SPECT), per la radioterapia e la radiochirurgia, nonché i sistemi per la chirurgia robotica, i sistemi ecografici e gli investimenti necessari in software per l’implementazione della cartella clinica elettronica.

Come accedere al recupero del 50%?

Per i beni tecnologicamente avanzati e immateriali, le imprese sono tenute a produrre una perizia tecnica semplice rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali o un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato, da cui risulti che i beni possiedono caratteristiche tecniche tali da includerli rispettivamente negli elenchi di cui ai richiamati allegati A e B e sono interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Per i beni di costo unitario di acquisizione non superiore a 300.000 euro è sufficiente una dichiarazione resa dal legale rappresentante.

I nostri esperti sono a disposizione per consulenze e indicazioni.

https://www.mise.gov.it/index.php/it/incentivi/impresa/credito-d-imposta-beni-strumentali

 


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23/Mar/2023

L’uso dell'ecografia in ambito riabilitativo ha avuto di recente uno sviluppo notevole.

Infatti l'immagine ecografica viene utilizzata per valutare la morfologia delle strutture osteo muscolo tendinee, come guida per il ragionamento clinico nella decisione terapeutica, come immagine dinamica di supporto per il feedback col paziente e come strumento per escludere red flags che richiedono un referral medico.

Questo approccio è chiamato Rehabilitative Ultrasound Imaging (R.U.S.I.) ed è con questo acronimo che è conosciuto in letteratura.

Una conoscenza approfondita dell’anatomia è fondamentale per una fisioterapia che vuole essere accurata e professionale e l’immagine ecografica rappresenta un supporto visivo di grande utilità per la valutazione dei tessuti molli. A differenza di altri sistemi diagnostici, può essere fatta sia in statica che in dinamica ed è, a oggi, economicamente accessibile anche al professionista sanitario.

    Il fisioterapista può utilizzare l'ecografo?

    Nel 2006 al Congresso di Sant’Antonio (Texas) “Rehabilitative Ultrasound Imaging Symposium: Overview” si sono decise le basi dell’uso dell’ecografia in riabilitazione. Viene riconosciuto a livello internazionale il metodo RUSI e accettato formalmente dal WCPT (Associazione mondiale dei Fisioterapisti) nel 2009.

    RUSI è quindi la procedura che utilizzano i fisioterapisti per valutare la morfologia dei muscoli e dei tessuti molli e la loro funzione durante l’esercizio fisico. L’immagine ecografica viene utilizzata per assistere nell’applicazione di interventi terapeutici finalizzati al miglioramento della funzione muscolare (Teyhen, D 2006 RUSI Symposium).

    In Italia l’AIFI ha pubblicato la sua position statement nel 2016: la RUSI può essere un utile strumento durante la valutazione e il trattamento.(https://aifi.net/position-statement-aifi-sullecografia-scopo-riabilitativo/)

    Questa position statement è coerente alla normativa n.24 dell’8 marzo 2017 e in linea con la legge n.251 del 10 agosto 2001, nell’ambito dei doveri del fisioterapista.

    La diffusione dell’uso del mezzo ecografico da parte non solo dei fisioterapisti ma di altre professioni sanitarie (ostetriche e infermieri per esempio) è stata facilitata da nuovi sviluppi in ambito tecnologico.

    Se fino a dieci anni fa gli ecografi erano costosi, ingombranti e poco accessibili al professionista, le nuove tecnologie hanno ridotto notevolmente non solo i costi ma anche le dimensioni degli strumenti. Dai carrellati ai laptop sempre più piccoli e portabili fino alle sonde ecografiche wi fi collegate a tablet o a smartphone. La riduzione dei costi della tecnologia, insieme all’aumento di studi pubblicati, ha portato ad un incremento notevole delle richieste di ecografi da parte dei fisioterapisti.https://aifi.net/position-statement-aifi-sullecografia-scopo-riabilitativo/

    La caratteristica fondamentale dell'ecografia è la possibilità di fare valutazioni dinamiche.

    Questo la rende particolarmente adatta alla valutazioni dei tessuti molli e al lavoro del fisioterapista. L’ecografia consente infatti la visualizzazione diretta della struttura e della funzione muscolare durante compiti statici e dinamici.

    Un recente studio dal titolo “The use of support ultrasound as a working tool for the physiotherapist a review of the literature” pubblicato su Journal of advanced health care (ISSN 2612-1344) e curato da Luca Collebrusco e Luca Zualdi prende in esame tutti gli studi pubblicati presenti su Medline, Pubmed e Pedro da venti anni a oggi sul RUSI, sia come strumento per valutazione che per il biofeedback. 

    RUSI in letteratura. Una breve panoramica.

    L’ecografia è utile nella misurazione dell’atrofia muscolare, quindi, solo per fare un esempio, è possibile misurare lo spessore dei muscoli addominali trasversi e gli interni obliqui, sapendo che il loro spessore influisce sull’azione stabilizzante di questa regione e può essere legata alle sofferenze pelviche e lombari (Teyen DS. Et al., 2009). Analizzare la loro funzione in base al controllo neuromuscolare, forza, resistenza e azione di supporto è possibile attraverso l’ecografia e il metodo RUSI. Si può misurare anche lo spessore del lombare multifido in pazienti con low back pain cronico (Sions JM. Et al., 2016). Si può utilizzare come strumento di outcome per verificare l’andamento di una patologia infiammatoria e il miglioramento della funzione e verificare l’appropriatezza della terapia strumentale o manuale che il fisioterapista ha scelto di applicare. Un altro utilizzo interessante dello strumento ecografico per il fisioterapista è il training con biofeedback, attraverso il quale il paziente può allenare il reclutamento muscolare, molto utile nell’area pelvica e addominale ma non solo.

    Ecco le principali aree di utilizzo dell'ecografia in riabilitazione

    • Fisioterapia respiratoria: per valutare le contrazioni del diaframma e lavorare in biofeedback col paziente.
    • Riabilitazione del pavimento pelvico: per valutare e insegnare esercizi dando un feedback al paziente (eliminando contrazioni paradossali).
    • Fisioterapia sportiva: per valutare la stabilità di un’articolazione, verificare l’andamento di una lesione muscolare e in generale verificare lo stato delle strutture e la loro funzione.
    • Fisio Pilates: per valutare l’ottimizzare della contrazione dei muscoli stabilizzatori profondi attraverso biofeedback e per una valutazione di infiltrato grasso, del controllo motorio e la perdita di sezione trasversale della muscolatura addominale.(10)
    • Fisioterapia muscolo scheletrica in generale: per valutare le strutture statiche e dinamiche e per accertarsi dell’effettivo miglioramento della patologia e della corretta applicazione di terapie fisiche.

    Vuoi avere informazioni sui nostri prossimi corsi dedicati ai fisioterapisti sull'uso dell'ecografo in Riabilitazione?

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