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Ecografia in Fisioterapia (o sarebbe meglio dire RUSI?)

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L’uso dell'ecografia in ambito riabilitativo ha avuto di recente uno sviluppo notevole.

Infatti l'immagine ecografica viene utilizzata per valutare la morfologia delle strutture osteo muscolo tendinee, come guida per il ragionamento clinico nella decisione terapeutica, come immagine dinamica di supporto per il feedback col paziente e come strumento per escludere red flags che richiedono un referral medico.

Questo approccio è chiamato Rehabilitative Ultrasound Imaging (R.U.S.I.) ed è con questo acronimo che è conosciuto in letteratura.

Una conoscenza approfondita dell’anatomia è fondamentale per una fisioterapia che vuole essere accurata e professionale e l’immagine ecografica rappresenta un supporto visivo di grande utilità per la valutazione dei tessuti molli. A differenza di altri sistemi diagnostici, può essere fatta sia in statica che in dinamica ed è, a oggi, economicamente accessibile anche al professionista sanitario.

    Il fisioterapista può utilizzare l'ecografo?

    Nel 2006 al Congresso di Sant’Antonio (Texas) “Rehabilitative Ultrasound Imaging Symposium: Overview” si sono decise le basi dell’uso dell’ecografia in riabilitazione. Viene riconosciuto a livello internazionale il metodo RUSI e accettato formalmente dal WCPT (Associazione mondiale dei Fisioterapisti) nel 2009.

    RUSI è quindi la procedura che utilizzano i fisioterapisti per valutare la morfologia dei muscoli e dei tessuti molli e la loro funzione durante l’esercizio fisico. L’immagine ecografica viene utilizzata per assistere nell’applicazione di interventi terapeutici finalizzati al miglioramento della funzione muscolare (Teyhen, D 2006 RUSI Symposium).

    In Italia l’AIFI ha pubblicato la sua position statement nel 2016: la RUSI può essere un utile strumento durante la valutazione e il trattamento.(https://aifi.net/position-statement-aifi-sullecografia-scopo-riabilitativo/)

    Questa position statement è coerente alla normativa n.24 dell’8 marzo 2017 e in linea con la legge n.251 del 10 agosto 2001, nell’ambito dei doveri del fisioterapista.

    La diffusione dell’uso del mezzo ecografico da parte non solo dei fisioterapisti ma di altre professioni sanitarie (ostetriche e infermieri per esempio) è stata facilitata da nuovi sviluppi in ambito tecnologico.

    Se fino a dieci anni fa gli ecografi erano costosi, ingombranti e poco accessibili al professionista, le nuove tecnologie hanno ridotto notevolmente non solo i costi ma anche le dimensioni degli strumenti. Dai carrellati ai laptop sempre più piccoli e portabili fino alle sonde ecografiche wi fi collegate a tablet o a smartphone. La riduzione dei costi della tecnologia, insieme all’aumento di studi pubblicati, ha portato ad un incremento notevole delle richieste di ecografi da parte dei fisioterapisti.https://aifi.net/position-statement-aifi-sullecografia-scopo-riabilitativo/

    La caratteristica fondamentale dell'ecografia è la possibilità di fare valutazioni dinamiche.

    Questo la rende particolarmente adatta alla valutazioni dei tessuti molli e al lavoro del fisioterapista. L’ecografia consente infatti la visualizzazione diretta della struttura e della funzione muscolare durante compiti statici e dinamici.

    Un recente studio dal titolo “The use of support ultrasound as a working tool for the physiotherapist a review of the literature” pubblicato su Journal of advanced health care (ISSN 2612-1344) e curato da Luca Collebrusco e Luca Zualdi prende in esame tutti gli studi pubblicati presenti su Medline, Pubmed e Pedro da venti anni a oggi sul RUSI, sia come strumento per valutazione che per il biofeedback. 

    RUSI in letteratura. Una breve panoramica.

    L’ecografia è utile nella misurazione dell’atrofia muscolare, quindi, solo per fare un esempio, è possibile misurare lo spessore dei muscoli addominali trasversi e gli interni obliqui, sapendo che il loro spessore influisce sull’azione stabilizzante di questa regione e può essere legata alle sofferenze pelviche e lombari (Teyen DS. Et al., 2009). Analizzare la loro funzione in base al controllo neuromuscolare, forza, resistenza e azione di supporto è possibile attraverso l’ecografia e il metodo RUSI. Si può misurare anche lo spessore del lombare multifido in pazienti con low back pain cronico (Sions JM. Et al., 2016). Si può utilizzare come strumento di outcome per verificare l’andamento di una patologia infiammatoria e il miglioramento della funzione e verificare l’appropriatezza della terapia strumentale o manuale che il fisioterapista ha scelto di applicare. Un altro utilizzo interessante dello strumento ecografico per il fisioterapista è il training con biofeedback, attraverso il quale il paziente può allenare il reclutamento muscolare, molto utile nell’area pelvica e addominale ma non solo.

    Ecco le principali aree di utilizzo dell'ecografia in riabilitazione

    • Fisioterapia respiratoria: per valutare le contrazioni del diaframma e lavorare in biofeedback col paziente.
    • Riabilitazione del pavimento pelvico: per valutare e insegnare esercizi dando un feedback al paziente (eliminando contrazioni paradossali).
    • Fisioterapia sportiva: per valutare la stabilità di un’articolazione, verificare l’andamento di una lesione muscolare e in generale verificare lo stato delle strutture e la loro funzione.
    • Fisio Pilates: per valutare l’ottimizzare della contrazione dei muscoli stabilizzatori profondi attraverso biofeedback e per una valutazione di infiltrato grasso, del controllo motorio e la perdita di sezione trasversale della muscolatura addominale.(10)
    • Fisioterapia muscolo scheletrica in generale: per valutare le strutture statiche e dinamiche e per accertarsi dell’effettivo miglioramento della patologia e della corretta applicazione di terapie fisiche.

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