I bar e le Onde d’Urto radiali: cosa c’è di vero?
Negli ultimi tempi abbiamo ricevuto da parte di nostri clienti molte richieste di chiarimento sulle caratteristiche tecniche fondamentali per valutare una onda d’urto radiale.
La domanda più frequente è questa: “Per valutare la qualità delle onde d’urto radiali devo guardare quale macchina ha più bar?”
La risposta è no: i bar non descrivono le prestazioni di uno strumento ad onde d’urto radiali.
Innanzitutto chiariamo cosa sono i bar impostabili sugli apparecchi.
Il bar è una unità di misura della pressione, tipicamente impiegata per gas e fluidi. Negli apparecchi ad onde d’urto radiali a generazione balistica misura la pressione dell’aria generata dal compressore e che, entrando nel manipolo, muove poi il proiettile.
Il proiettile, spinto dall’aria, accelera verso la parte posteriore dell’applicatore fino ad impattarlo, trasferendo a quest’ultimo l’energia di moto (o meglio quantità di moto) che a contatto col paziente genera infine l’onda d’urto.
Da questo momento in poi è l’efficienza del manipolo che trasforma la quantità di moto del proiettile in onda d’urto: più è efficiente, più energia verrà trasporta dall’onda d’urto all’interni dei tessuti.
Vediamo come: la quantità di moto del proiettile è direttamente proporzionale alla sua massa e alla sua velocità all’impatto con l’applicatore, di fatto è il prodotto di queste due grandezze. Un manipolo efficiente è in grado di muovere più velocemente un proiettile con massa maggiore.
Anche l’applicatore, essendo posto tra il proiettile e il tessuto umano, ha la sua importanza: forma, dimensioni, massa e materiali influiscono nel trasferimento energetico (quantità) che nella radiazione (forma del campo dell’onda d’urto).